Chi siamo

La Sezione di Treviglio fu fondata agli inizi del 1915, per volontà dell’allora Sindaco Ing. Carlo Bonomi e dell’ufficiale sanitario Dott. Luigi Vertova, ai quali si unirono, come Soci Fondatori, il Dr. Pericle Torelli, il Prof. Lodovico Sergent Marceau e Don Francesco Maggioni. L’iniziativa trovò grande condivisione nella cittadinanza, così che in brevissimo tempo furono raccolti i fondi necessari per l’istituzione di servizi di pronto soccorso. L’Europa era già scossa da venti di guerra e ben presto anche l’Italia sarebbe entrata nel conflitto. Treviglio si trovava a poca distanza dal confine con l’Impero Austro–Ungarico e fu ritenuto opportuno dotare la città di un ospedale di CRI con ben 120 letti, allestito nei locali dell’attuale Teatro Filodrammatici.

Anche se dell’attività del primo dopo guerra non si hanno dettagliate cronache, è fondato ritenere che il servizio continuasse proficuamente, tanto da meritare che la sezione di Treviglio, dipendente dal Comitato di Milano, nel 1933 ottenesse l’indipendenza funzionale e amministrativa, assumendo la dignità di Sottocomitato, con Ordinanza Presidenziale del 25 novembre.

Durante la seconda guerra mondiale il lavoro è continuato sia pure in forma ridotta, per mancanza di personale, finché nel 1944 il Sottocomitato viene chiuso per carenza di personale, ed il materiale, compresa l’ambulanza Fiat 524, viene trasferito a Bergamo. Solo nel 1946 il Comitato Regionale di Milano faceva pervenire a Bergamo un’ambulanza Fiat 1100, targata CRI 1952, destinata a Treviglio, ambulanza consegnata al legittimo destinatario due anni dopo, nel 1948. Con la fine del conflitto, la ferma volontà di un medico di Treviglio, il Dott. Gianbattista Blini, ha fatto rivivere il Sottocomitato, dandogli quell’impulso che ancora oggi continua. Il Comitato CRI di Treviglio fu ospitato, nelle sua lunga storia, in diverse sedi, a partire da quella storica di Via Donizetti, in Treviglio appunto, per passare poi all’Ospedale di Santa Maria, già Monastero di San Pietro ed oggi Centro Civico, proseguendo per l’Ospedale Consorziale di Treviglio e Caravaggio, poi per i locali dell’Ex Distretto Militare, in Via XXIV Maggio, al primo piano, sino alla nuova palazzina di Via Abate Crippa, condivisa parzialmente con i Pompieri Volontari, progettata dal Geom. Ernesto Ravera.

Lo spirito della Presidenza Blini, lungimirante e profondamente innovativa, aleggerà sempre, da allora, nella memoria degli appartenenti alla CRI di Treviglio e in quella di molti concittadini, e proprio in segno di riconoscenza, alla Signora Maria De Bernardi è stata conferita una Medaglia d’ Oro alla memoria del marito. Dunque il Dr. Blini tenne la Presidenza del Sottocomitato - che allora era di nomina della Croce Rossa Nazionale, ma su suggerimento prefettizio - fi no al 1976, aprendo attività anche in alcuni Comuni della bassa. Fondò la Sezione Femminile, alla cui guida fu eletta la Signora Maria Cassani Campana, anch’essa oggi ricordata con particolare rimpianto e grande riconoscenza, insieme alla sua Vice, la Maestra Magni.

Successe al Dr. Blini, che gli amici chiamavano Tino, il Comm. Antonio Taroni, Medaglia di Bronzo della Croce Rossa Italiana per i suoi fecondi e instancabili 10 anni di Presidenza locale, che continuò l’opera del predecessore, aprendo le sedi di Fara e di Caravaggio e guidando il Sottocomitato fi no al 1986. Singolare il racconto del Comm. Taroni, che con cordiale semplicità ricorda come “Tino” procedette al rinnovo della presidenza CRI, ormai deciso ad impiegare forze giovani: “Trovato!”, si limitò a dire, affacciandosi alla camera da letto di Taroni, che aveva chiesto la visita del Dr. Blini per un’influenza che lo perseguitava da giorni. “Trovato cosa?” - chiese il malato - “Trovato il Presidente della Cri di Treviglio”, si limitò a chiarirgli il Dottore, che evidentemente lo stimava e sapeva come era solito assumersi con la massima serietà gli impegni, ma non aveva voglia di perdersi in argomentazioni. Taroni dunque divenne Presidente con nomina prefettizia, e fu subito battezzato bonariamente “il Presidente accattone” per la… spudorata tenacia con cui andava a “batter cassa” ovunque, al fine di portare a casa fondi per la “sua Croce Rossa”. “Alfredo, perché non regali un’ambulanza al Comitato CRI di Treviglio?”, chiese un bel giorno Taroni al Direttore della Cassa Rurale, Ferri, proponendogli di acquistare un pulmino di pubblica utilità per il Comune di Casirate, che aveva vinto un’ambulanza in un concorso e non sapeva però che farsene. “C’è qualcosa che non quadra - aveva tentato di protestare Ferri - Tu ti porti a casa l’ambulanza, il Comune di Casirate si porta a casa il pulmino, e l’unica a non portare a casa niente, anzi a spendere dei soldi propri, è la Cassa Rurale!”. E un altro pulmino fu acquistato grazie ai buoni uffici di Taroni, quello del Comune di Fara d’Adda, per metà pagato dalla cittadinanza e per metà dal Presidente del Credito Bergamasco, Onorevole Giavazzi, cui Taroni si era presentato col duplice cappello di Presidente dell’Unione Artigiani e di Presidente della CRI di Treviglio: una doppietta micidiale, che non consentiva scampo. Ma il dono del pulmino fu solo uno dei primi gesti della Presidenza Taroni, che aveva intanto inaugurato le Delegazione CRI di Fara Gera d’Adda. Taroni infatti non era certo persona da fermarsi lì, sebbene potesse fare affidamento su di un organico di pochi operatori, tutti peraltro assai validi e appassionati, come Francesco Bussini, dipendente a tempo pieno della Croce Rossa Italiana, Pietro Conti, ragioniere al Credito Bergamasco e contabile “storico” della CRI trevigliese, Angelo Zanoni, per oltre trentotto anni autista della Croce Rossa, Piero Del Carro, morto ultraottantenne dopo aver donato una vita all’Istituzione, Gianni Conti, Giuseppe Providenziale, Paolo Arni, con i Volontari Santo Gatti e Paolo Zordan per la parte amministrativa, e il Volontario Fiorenzo Marini, che si prodigò in modo fondamentale per la sezione di Fara Gera d’Adda. Dunque il Commendator Taroni, alla ricerca perenne di fondi, era un frequentatore abituale degli uffici di vertice della Same Trattori, dove l’Ing. Cassani, Presidente dell’Ospedale di Treviglio, ben comprendeva le difficoltà e le necessità dell’amico. Entrambi si capivano al volo e questa era la via migliore per lavorare a progetti e ottenere risultati. E Taroni lo faceva con ancor più franchezza, sapendo di potere contare anche sulla benevolenza della Signora Maria Campana Cassani, Presidente del Gruppo Femminile della Croce Rossa locale. Altro frequentatissima meta delle questue di Taroni, che non si faceva certo fermare dall’effimero confine di differenti competenze territoriali fra aree geografiche di una Croce Rossa

alla fi ne unica istituzione, era l’ufficio di Emilio Lombardini, munifico imprenditore orobico e Presidente della CRI di Bergamo. Ma un altro passaggio importante caratterizzerà la storia del nostro Comitato, imprimendole una connotazione del tutto nuova e particolare: avendo ricevuto in dotazione dalla Regione Lombardia alcune ambulanze, l’Ospedale di Treviglio non è più in grado di ospitare il Gruppo volontari della CRI ed i suoi mezzi e per il Presidente Taroni è giocoforza spostarsi presso la struttura dell’ex Distretto Militare, in Viale XXIV Maggio a Treviglio, come sede logistica, e di chiedere ospitalità, come sede operativa, all’Ospedale di Cassano, cui la CRI trevigliese potrà offrire in contropartita i propri servizi territoriali. Da quel momento la CRI di Treviglio dispone, a Cassano, di una cameretta per i due operatori, che presidiano il servizio anche di notte e sono pronti ad impiegare le due ambulanze nell’area cassanese. Un’anticipazione, di fatto, di quello che sarà poi il servizio 118. Dal 1986 al 1990 sarà Presidente l’avv. Angelo Castelli, lasciando poi le consegne, nel maggio 1990, al Commissario Luigi Villa, che seguitando a credere fortemente nella validità del sodalizio Trevigliese, ottiene di mantenerlo in vita e rilanciarlo nonostante le difficoltà anche economiche affrontate, dimostrando coi fatti, in questa scelta coraggiosa, molta lungimiranza. In effetti, senza l’opera generosa, instancabile ed appassionata del Comm. Villa, che portò al completo risanamento delle finanze del Comitato di Treviglio, questa istituzione sarebbe stata purtroppo liquidata e la comunità locale avrebbe così perso per sempre un elemento prezioso e fortemente connotatore dello spirito sociale e umanitario della gente della Pianura Bergamasca. La Presidenza Villa, pertanto insostituibile nella storia della CRI trevigliese, si riassume bene in una frase che lo stesso amava ripetere ai propri collaboratori, incoraggiandoli all’azione: “Un Presidente è valido solo se ha alle spalle un gruppo di lavoro efficace, che lo aiuti a sviluppare le attività e le idee dell’Associazione. Solo così infatti l’immagine dell’Istituzione e l’aiuto che può dare, diventano veramente efficaci”. Grazie alla Presidenza Villa, viene fondata e sviluppata la Protezione Civile, ricostruita la Sezione Femminile di Treviglio e si fonda il locale Gruppo Pionieri, seguito poi da quello di Canonica d’Adda e si dà vita al Gruppo Volontari del Soccorso di Canonica d’Adda e di Arcene. Si formano poi i gruppi di VdS a Lurano, a Pognano, a Pontirolo Nuovo, mentre fuori provincia funzionano i Distaccamenti di Pozzuolo Martesana e di Inzago. I VdS di Treviglio e di Romano si dedicano particolarmente al servizio di pronto intervento con le ambulanze, mentre le altre sedi si attivano nel servizio socio assistenziale, convenzionandosi con diverse Amministrazioni Comunali. Segue la Presidenza di Giuseppe Segalini, che rivela doti di ottimo imprenditore, capace soprattutto di assicurare quell’ulteriore impulso necessario all’Istituzione, chiamata ad affrontare i nuovi tempi. Operando su di un territorio di circa 120.000 abitanti infatti la CRI di Treviglio, si prepara attivamente ad affrontare le nuove realtà che interesseranno tra breve il territorio, come l’autostrada Bre.Be.Mi e la Ferrovia ad Alta Velocità, pronta ad incrementare l’attività che già svolge in modo efficace. A Segalini, segue l’attuale Presidenza di Massimo Gatti, che ha scelto di accogliere la sfida contemporanea, giocata grazie alle efficaci sinergie fra le diverse valide aree, che oltre ai Servizi più tradizionali di Croce Rossa (servizio in ambulanza, trasporti assistenziali, ecc), crede molto nelle potenzialità di un Gruppo di Protezione Civile, di un Gruppo di Monitori per la formazione e l’aggiornamento dei Volontari, dei cittadini e delle aziende, oltre che nella Sezione di truccatori (per le esercitazioni d’emergenza) e di Clown per i bimbi malati. Nel contesto attuale, suscettibile ormai di innumerevoli trasformazioni dello scenario

globale, assume sempre maggiore rilevanza sviluppare e rafforzare, nei concetti e nei fatti, quella centralità del volontariato, indispensabile per il pieno conseguimento di tutti gli scopi umanitari e per la soddisfazione delle diverse necessità della gente, che presenta ormai caratteristiche assai differenti rispetto al passato, tanto per le nuove ragioni storiche, quanto per l’accresciuta complessità e pluralità dei fattori vitali.

(tratto dal libro Cent’anni di Gratitudine frammenti di una storia secolare – a cura di Marco Carminati)